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Luna piena e equinozio di primavera del 20 marzo 2019: la grande rinascita! Quest’anno gli astri ci fanno dono di un’incredibile spinta di energia nella notte fra il 20 e il 21 marzo. L’equinozio avverrà per l’italia alle 22:58 del 20 marzo, mentre la luna raggiungerà la sua pienezza alle 2:43 del 21.

L’equinozio di primavera è nella tradizione pagana il momento della celebrazione della rinascita della natura, notte e giorno sono bilanciati perfettamente per queste 24 ore, dal giorno successivo le ore di luce saranno sempre più lunghe e raggiungeranno il loro picco durante il solstizio estivo. 

Se nella celebrazione della Candelora o Imbolc abbiamo ripulito noi stessi e i nostri spazi da ciò che non era più necessario, è adesso invece il tempo di aprirci a ciò che è nuovo. Dal 5 di marzo Mercurio è in moto retrogrado, ciò ci ha aiutato a rivedere e riconsiderare gli avvenimenti del passato: il nostro “lasciar andare” è passato da una fase emotiva ad una più cognitiva.

Mercurio tornerà in moto diretto solo il 28 del mese, perciò possiamo approfittare di questo tempo per chiudere tutte le questioni che ancora sentiamo in sospeso. La luna piena cadrà al grado zero della bilancia, questo ci porterà a sentire e agire soprattutto nell’ambito delle relazioni interpersonali, e ci aiuterà a reagire con tatto e diplomazia. Allo stesso momento il sole in Ariete farà sì che esprimiamo noi stessi con coraggio ed energia, il nostro potere personale sarà rafforzato e ci sentiremo audaci.

L’espressione pugno di ferro e guanto di velluto vi dice niente? E’ il momento che abbiamo aspettato, dopo aver attraversato un periodo difficile in cui abbiamo abbandonato ciò che non ci serviva più ma che ci dava sicurezza, ci siamo denudati all’universo e siamo pronti adesso a portare avanti la fiamma della nostra verità.

E’ stato un periodo duro e oscuro, quello che abbiamo vissuto dall’eclisse lunare del 20 gennaio scorso ad oggi: abbiamo dovuto lasciar andare ciò che credevamo di essere o di possedere, in ultima istanza abbiamo dovuto abbandonare persino la nostra speranza.

La speranza nell’ottica cristiana ci è stata presentata come qualcosa di positivo, qualcosa che ci aiuta. Mi preme qui sottolineare l’ottica cristiana come culto, non sto parlando di Cristo ma di coloro che si sono appropriati del suo nome nei secoli successivi.

Questo retaggio culturale, speranza = bene, mancanza di speranza = male, che troneggia nella Divina Commedia dove Dante scrive “Lasciate ogni speranza o voi che entrate” all’ingresso dell’inferno, non ha niente a che fare con la realtà psicologica umana. La funzione della speranza in psicologia è diversa: la speranza è uno strumento che utilizza l’ego per mantenere lo status quo. 

Se il mio lavoro è estremamente stressante e mi accorgo che non mi fa bene, ma ho bisogno di soldi per sopravvivere, posso attaccarmi alla speranza che le cose in futuro cambieranno, pur sapendo che non dipende da me, che io non posso fare nulla.

La speranza funziona da analgesico, mi fa sentire meno il dolore di vivere per otto, nove o dieci ore al giorno, in un ambiente ostile e ansiogeno, dove le persone non collaborano ma giocano invece a scaricare le colpe l’uno sull’altro.

“L’uomo vive nella speranza, ma questa non è vita, perché speranza vuoi dire sogno. Se non vivi qui e ora, non sei vivo. Sei un peso morto, e quel domani che appagherà tutte le tue speranze non arriverà mai.”
Osho

Se tolgo la speranza cosa succede? In primis probabilmente mi sentirò peggio, perché mi accorgerò che quello che sto vivendo è l’inferno, allo stesso momento avrò anche la possibilità di fare un giro di 180 gradi e dire: ma chi mi condanna a questo? Sono io, dopotutto che resto qui senza cercare un’alternativa migliore.

Allora ad esempio mi renderò conto che posso scrivere un bel curriculum e inviarlo a tutte le aziende interessanti del mio settore, impegnarmi per cambiare la mia situazione e per avere un futuro migliore. Questa è fede.

Siamo adesso pronti a rinascere, godiamoci il calore del sole e piantiamo i semi del nostro avvenire. Con Mercurio ancora in movimento retrogrado non è tempo di effettuare rituali o di creare griglie di cristalli. Questa notte magica sarà meglio impiegata in meditazione, sgombrando la nostra mente e lasciandoci liberi di ricevere le benedizioni dell’universo.

Non andiamo a cercare ciò che vogliamo fuori di noi, non intraprendiamo nuove iniziative, piantiamo il seme al nostro interno e lasciamo che metta le radici: presto un tenero germoglio spunterà dalla terra e lo farà con naturalezza, nel suo tempo.

corniola

Per la meditazione nella notte fra il 20 e il 21 marzo consiglio l’utilizzo della pietra di luna, oppure della selenite o della labradorite, tutte queste pietre ci aiutano a connetterci con il nostro satellite e ricevere l’energia. Per informazioni sulla pietra di luna ed una tecnica che possiamo utilizzare per connetterci con il nostro inconscio, tecnica per cui possiamo utilizzare anche la selenite o la labradorite, potete leggere il mio articolo in merito cliccando qui. 

Oltre a questo potremmo anche voler utilizzare il quarzo citrino durante il giorno, e meditare al sole per connetterci con l’energia dell’equinozio.

La corniola, legata al secondo chakra e alle gonadi, è la pietra che può aiutarci a risvegliare la nostra fertilità, sia in campo fisico che energetico. Legata alla sensualità e al piacere è particolarmente indicata in questo periodo in cui la natura ci fa il dono di colori, profumi e sensazioni fantastiche di cui fare esperienza. Per più informazioni sulla corniola puoi leggere il mio articolo “Corniola, pietra della vitalità e della creatività” cliccando qui.

Auguro a tutte e tutti un buon equinozio, una buona lunazione e soprattutto una felice rinascita!

Susanna Prem Taruna

Post Author: Giuseppe Crispo

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