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I bambini. Secondo il CDC, l’ente nazionale per il controllo delle malattie degli Stati Uniti, il tasso di suicidi tra i bam­ bini di età compresa  tra  1O e 14 anni è quasi triplicato tra  il 2007 e il 2017.

Il suicidio è diventato la seconda causa di morte tra bambini e adolescenti di età compresa tra i 10 e 24 anni e la terza principale causa di morte tra i bambini di 12 anni. In almeno uno stato, l’Ohio, il suicidio è diventato la principale causa di morte per i bambini dai 10 ai 14 anni.

Sembra inconcepibile che così tanti bambini vogliano porre fine alla pro­ pria vita e soprattutto che lo facciano davvero, ma questa è la realtà dei fatti.

Ma cosa c’è dietro questa  impennata? Perché oggi più bambini muoiono di suicidio rispetto alle generazioni precedenti?

L’aumento della malattia mentale gio­ ca un ruolo importante.

La stragrande maggioranza delle persone che tentano di togliersi la vita è alle prese con una qualche patologia, come la depressione clinica.

I bambini

E secondo uno studio dell’American Psychological Association pub­blicato nel marzo del 2019, alcuni tipi di malattie mentali sono drammaticamente aumentati tra i giovani – e solo tra i giovani – negli ultimi dieci anni.

“Più adolescenti e giovani adulti sta­ tunitensi alla fine del 2010, rispetto alla metà degli anni 2000, hanno spe­rimentato gravi disagi psicologici, depressione, pensieri suicidi e tentativi di suicidio”, ha affermato Jean Twenge, PhD, autore principale dello studio e professore di psicologia alla San Diego State University.

“Queste tendenze sono deboli o inesi­ stenti tra gli adulti di età pari o supe­ riore a 26 anni, il che suggerisce uno spostamento generazionale dei distur­bi dell’umore anziché un aumento complessivo in tutte le età”.

Twenge ritiene che i cambiamenti cul­turali più recenti nel modo in cui i bambini trascorrono il tempo libero possano essere la causa delle malattie mentali.

“Le tendenze culturali negli ultimi 1O anni potrebbero aver avuto un effetto maggiore sui disturbi dell’umore e sugli esiti correlati al suicidio tra le generazioni più giovani rispetto alle generazioni più anziane”, ha affermato.

“Questi risultati suggeriscono la necessità di ulteriori ricerche per capire in che modo la comunicazione digitale rispetto all’interazione sociale faccia a faccia influenzi i disturbi dell’umore e le problematiche corre­ late al suicidio”.

Un altro dato sconvolgente rivelato da uno studio della NVISS ( un ente che si occupa di statistiche sulle morti violen­ te) sui suicidi da armi da fuoco tra i giovani di età pari o inferiore a 17 anni, ha rilevato che 1’82 % ha utilizzato un’arma da fuoco appartenente a un membro della famiglia, generalmente un genitore.

Circa due terzi delle armi da fuoco non erano tenute sotto chia­ve.

E se erano tenute sotto chiave, il bambino conosceva la  combinazione, o sapeva dove era conservata la chiave, o aveva forzato il luogo in cui l’arma era riposta. Vale la pena notare che le famiglie senza pistole in casa hanno il più basso tasso di suicidi.

In Italia non esistono dati specifici sui bambini, ma la tendenza  generale, dopo un minimo storico nel 2006, è di nuovo in aumento,  specialmente  tra gli individui di sesso maschile.

Cosa fare di questi dati? “Meditate, gente, meditate… “, non solo per voi stessi, ma anche per chi vi sta intorno, bambini compresi.

Informazioni tratte da u pw orthy.com e Istat.it

Jean-Paul Sartre afferma: “La vita non ha senso né significato “.

Questo è il tono della filosofia moderna. E non sono in pochi a dirlo, poche per­ sone non sarebbero rilevanti. Questa è l’esperienza di tutta un’epoca. E non coinvolge solo questo secolo. Questo secolo contiene tutto il passato, tutti i secoli che sono venuti prima.

È un momento molto critico nella storia della vita. O ci accontenteremo di questa disperazione e quindi il suicidio è l’unica via –  o  proveremo a scoprire un altro modo per raggiun­ gere ” i piani superiori”. Non solo saltandoci su, ma creando la scala. Quella scala è la meditazione.

Osho, Nirvana now or never #17

Articolo tratto dalla rivista Osho Time n. 265 febbraio 2020

Post Author: Giuseppe Crispo

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