Essere
presente vuol dire essere attento, radicato, vigile in tutto quello
che fai e dici. Un lavoro alchemico di osservazione costante che non
ha lo scopo di essere perfetti nell’agire, subentrerebbe l’ego e
la sua longa manus che è il giudice interiore (vedi seconda parte
del post) ma di essenzializzare la comunicazione, eliminare le parole
superflue che velano e nascondono quello che veramente vuoi dire e
“arrivare” direttamente al tuo o tuoi interlocutori. Nel Tantra
l’allenamento
alla presenza si fa con la comunicazione del Cuore, descrivere al
partner di turno, che ascolta in silenzio e senza espressioni di
assenso o di dissenso, quello che senti più che quello che pensi
emergere da dentro di te. Un dialogo con te stesso ad alta voce.
Senza temere l’interferenza del presunto giudizio di chi ti
ascolta. La comunicazione con l’altro il più delle volte è
condizionata da ciò che l’altro può pensare in relazione a ciò
che dici per cui all’altro arriva qualcosa di molto diverso da
quello che volevi trasmettere. Queste “schermature” le inserisci
in “automatico” per i motivi che seguono:
Il
giudice interiore è la somma di tutti i condizionamenti, anche
ereditati, su ciò che è stato stabilito come giusto o sbagliato da
fare e non fare, i divieti e gli obblighi. Tutti frutto si esperienze
che non sono direttamente le tue.
Riconoscere
il giudice interiore per quello che è, è il primo passo verso
l’ascolto del nuovo e del diverso, dell’autentica esperienza
diretta della vita e la reazione del giudice interiore ad ogni tua
azione è lo specchio che ti porta a individuare e riconoscere
l’azione libera e creativa.
Come
fai a riconoscere l’azione originale, autentica, creativa. Se
l’azione parte dalla frequenza cardiaca e prende forma nel campo
elettromagnetico del Cuore è autentica e unica perché origina dalla
fonte stessa della vita, quello che origina dalla frequenza mentale,
elettrica, è “contaminata” da campi spuri, sovrapposti e
stratificati: decisioni, pensieri e azioni ripetitive, di tipo
collettivo, il cosiddetto loop.