
Non n c’è discussione sul fatto che gli alberi siano magnifici e meritino ogni lode. Sulla scia del rapporto sul clima delle Nazioni Unite, molti scienziati hanno sottolineato l’urgenza di preservare le foreste, i migliori immagazzinatori di anidride carbonica del pianeta.
Eppure le foreste non sono l’unica risposta: può essere vero per molti ecosistemi di altra natura. E secondo un nuovo studio, la modifica della gestione del territorio per aumentare lo stoccaggio di anidride carbonica potrebbe compensare un enorme 21 % delle emissioni di gas serra degli Stati Uniti (tra i principali produttori).
Lo studio, pubblicato nelle scorse set rimane su Science Advances, ha scoperto che alcune soluzioni naturali potrebbero compensare la quantità di inquinamento rilasciato sulle strade dai veicoli a motore, individuando 21 diverse misure che potrebbero rivelarsi essenziali alla soluzione della catastrofe climatica in corso.
“La portata complessiva del potenziale è stata davvero sorprendente per me”, ha detto Joseph Fargione, il principale autore dello studio e direttore scientifico del Conservatorio della Natura del Nord America.
“Ci sono molte cose che le persone potrebbero ignorare, ma che hanno il potenziale di immagazzinare anidride carbonica e contribuire a risolvere i cambiamenti climatici”.
Fargione ha osservato che le soluzioni naturali non si limitano a immagazzinare il carbonio, ma comporta no benefici comuni per la salute umana e l’ecosistema.
Ad esempio, le colture a rotazione (piante coltivate in bassa stagione per proteggere il suolo) possono immagazzinare mezzo tonnellata di C02 per ogni acro. Inoltre, possono migliorare la salute del suolo, trattenere i nutrienti e ridurre l’inquinamento dei nutrienti e dei sedimenti.
La riforestazione è in testa alla classifica, con un potenziale di assorbi mento equivalente a togliere dalla strada 65 milioni di autovetture. La gestione delle foreste e degli incendi, attraverso il diradamento delle bio-masse e gli incendi prescritti, vanno di pari passo con gli sforzi per la riforestazione.
Dato che gli alberi sono pozzi di C02 estremamente efficienti, corrono anche il rischio di rilasciare tutto quel carbonio quando bruciano in incendi catastrofici, come quelli che attualmente hanno imperversato in tutta la California.
Fargione ha affermato che il ripristino di un regime di fuoco naturale (cioè incendi mirati a eliminare materiale combustibile che potrebbe prendere fuoco incontrollatamente) potrebbe prevenire maggiori perdite di carbonio e, cosa più importante, “salvare case, salvare vite umane e migliorare la qualità dell’aria”.
Le soluzioni, tuttavia, non sono vali de per tutti e devono essere adattate a ciascuna regione. “Non possiamo dire a tutti che devono fare esatta mente la stessa cosa”, ha detto Alison Eagle, uno scienziato del team di agri coltura sostenibile del Fondo di Difesa Ambientale.
Ha sottolineato che in terreni dove c’è una significativa carenza di nutrienti, i fertilizzanti possono aiutare a migliorare la produttività usando meno spazio, evitando così la deforestazione.
Mentre le soluzioni naturali sembrano avere un grande potenziale per mitigare i cambiamenti climatici, alcuni esperti dicono che non possono essere l’unico approccio.
Katharine Mach, ricercatrice senior di Stanford e autrice di reportage per il gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici, ha sottolineato che la decarbonizzazione deve provenire da molte fonti, da quelle completamente biologiche a quelle ingegnerizzate.
Katharine Mach, ricercatrice senior di Stanford e autrice di reportage per il gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici, ha sotto lineato che la decarbonizzazione deve provenire da molte fonti, da quelle completamente biologiche a quelle ingegnerizzate.
Insomma, piantiamo alberi, coltiviamo orti, e smettiamola di mettere asfalto e mattonelle al posto delle erbacce e di bruciare abeti vivi dopo Natale…
Greta Moranon, Grist.org