Progetto globale

                  AREA NUOVI LINGUAGGI

PROGETTO DI EDUCAZIONE SOCIO-AFFETTIVA NELLE SCUOLE DELL’INFANZIA

        “Coccoliamoci”

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PREMESSA

La scuola, insieme alla famiglia, è uno dei poli primari su cui agire per prevenire il disadattamento e promuovere il benessere psico-fisico del bambino.

Nella scuola è possibile utilizzare strategie di intervento che creano tra i bambini e le insegnanti un solido rapporto che permetta un buon lavoro e garantisca il benessere.

Si presuppone che nella scuola vengano predisposte attività volte alla sfera sociale ed affettiva.

Esistono programmi d’intervento che, trasmettendo alcune conoscenze e capacità psicologiche ai bambini, li rendono idonei ad affrontare i problemi della loro vita scolastica e familiare. Inoltre diventano più capaci a comprendere se stessi e le proprie interazioni con gli altri, altri che possono essere diversi per cultura o condizioni, come i bambini portatori di handicap.

L’educazione socio-affettiva nella scuola dell’Infanzia si propone di affrontare tre aspetti:

1)      il rapporto bambino-bambino

2)      il rapporto del bambino con se stesso

3)      il rapporto insegnante-classe

Il progetto educativo si fonda sull’idea che sia importante non solo ci che risulta da un determinato procedimento didattico quanto i processi mentali attivati dallo stesso, poiché è necessario sviluppare nei bambini quelle capacità. Quelle strategie di comportamento e di ricerca, capaci di favorire la costituzione dell’identità personale e la maturazione e lo sviluppo delle potenzialità intellettive.

OBIETTIVI

1)      prevenire il disadattamento di alcuni bambini

2)      favorire l’integrazione dei bambini stranieri e dei bambini portatori di handicap

3)      promuovere il benessere psico-fisico di tutti i bambini

METODOLOGIA

Uso di tecniche di educazione socio-affettiva direttamente nelle classi.

Formazione degli insegnanti che possono acquisire una valida tecnica operativa nelle loro classi.

ARTICOLAZIONE DELL’INTERVENTO

L’intervento si articolerà in 4 incontri mensili della durata di 2 ore, per un periodo non inferiore ai 6 mesi.

OPERATORI

1 Pedagogista

1 Psicomotricista

1 Psicologa

UTENZA

Insegnanti e bambini delle scuole dell’Infanzia.

VERIFICA

Gli interventi saranno monitorati con cadenza mensile. Si verificheranno l’efficienza delle tecniche e risorse utilizzate, nonché la risposta dei bambini e degli insegnanti.

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AREA DISABILITA’ E DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO

L’INTERVENTO EDUCATIVO  COGNITIVO-COMPORTAMENTALE CON IL BAMBINO AUTISTICO

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Il bambino autistico ha una risorsa che in alcuni casi può trasformarsi in un limite: è iperealistico, attento al particolare, poco incline ad allusioni, sorprese e metafore di tipo convenzionale spesso contenute nelle indicazioni delle schede operative scolastiche (unire con una freccia o un simbolo il sole al mare, la neve al cappello…)

Occorre quindi modificare l’espressione del compito (“metti in un cerchio o in una scatola gli indumenti che usi al mare e nell’altra gli abiti che si indossano quando fa freddo”). Adattando senza allontanarsi dalla finalità dell’azione didattica. Utilizzando strumenti di lavoro visibili e toccabili è possibile constatare che il bambino è in grado di eseguire il compito e che la difficoltà risiede nella forma della presentazione e nella difficile comprensione di essa.

Interventi Educativi di tipo cognitivo e comportamentale precoci, coerenti e continuativi, conducono ad un miglioramento sostanziale della qualità della vita e richiedono azioni strutturate, formazione permanente. Trattamenti individualizzati volti ad incontrare le carenze relazionali e a favorire l’intenzionalità comunicativa.

In questa ottica riabilitativa le linee di intervento si avvalgono di strategie educative specifiche tra cui la concordanza luogo-attività, la comunicazione stabile, l’azione prevedibile.  L’organizzazione del tempo e dello spazio il cui scopo è quello di compensare le difficoltà di comprensione dei messaggi eliminando gli elementi ridondanti e semplificando le richieste e le situazioni.

Le tecniche di educazione che fanno ricorso alla comunicazione aumentativa e ai supporti visivi, alla valorizzazione delle abilità presenti o emergenti, al lavoro di rete con la scuola e la famiglia. Che vengono da anni applicate nella maggior parte dei paesi europei e negli USA. Sono attualmente riconosciute dalla comunità scientifica internazionale come supporto più efficace dell’educazione dei bambini con autismo.

Per la specificità dei tratti di personalità e le caratteristiche proprie dei disturbi generalizzati dello sviluppo, l’educazione permanente si realizza attraverso il lavoro della rete di servizi. La capillarizzazione delle metodologie e degli insegnamenti nei diversi contesti di vita. Il massimo coinvolgimento dei genitori e la loro condivisione delle scelte metodologiche e degli indirizzi terapeutici.

Un programma di trattamento psicoeducativo inizia con un’efficace valutazione delle abilità funzionali (PEP-R PEP3, Profilo psicoeducativo) e prosegue con la stretta collaborazione tra i professionisti e i genitori che assumono il ruolo di co-terapeuti attraverso l’apprendimento delle tecniche di educazione speciale secondo i bisogni del proprio figlio (Reichler e Schopler, 1976.)

Tra i modelli riabilitativi cognitivo-comportamentali effettuati nella pratica dell’intervento educativo trova spazio quello dell’educazione strutturata. Che si avvale della comunicazione aumentativa alternativa e che attinge alcuni contenuti, adattandoli alla realtà presente in Italia. Dal Programma della Division TEACCH (Treatment and Education of Autistic Related Communication Handicapped Children) dell’Università del North Carolina. Un metodo riconosciuto a livello mondiale come uno dei più efficaci e che tiene conto di tutte le risorse che ruotano attorno alla persona con autismo, dalla famiglia alla scuola.

Il Programma TEACCH racchiude una grande competenza di Educatore, e consiste in una valutazione individualizzata e in un Progetto educativo “tagliato su misura “ (Schopler E., 1991). Gli interventi interessano terapie integrate e programmate in relazione all’ area che si intende sviluppare e vengono effettuati all’interno di diversi contesti: individuale, di gruppo, familiare e scolastico.

Il percorso si articola in vari step lavorativi:

Lavoro individuale.

• Sviluppo di abilità cognitive e comportamentali

• Sviluppo dell’Intersoggettività e delle capacità di comunicazione

• Sviluppo delle autonomie

• Sviluppo di abilità di generalizzazione

• Azioni di gioco sociale relazionale e simbolico, imitazione, pensiero creativo e astratto. Attenzione condivisa.

• Terapia per affinare la motricità fine e globale e per migliorare la coordinazione oculo-manuale

• Facilitazione degli apprendimenti in ambito didattico e scolastico

• Terapie volte a favorire l’espressione e la decodifica di bisogni ed emozioni

• Gestione di situazioni problematiche e sviluppo del comportamento adattivo

Una strategia operativa importante è quella di rendere attraente il momento del lavoro, rilassante la gestione di una situazione scolastica che generalmente è fonte di stress.

Occorre creare un ambiente empatico con il bambino attraverso un gioco che lo coinvolga e lo motivi a stare seduto o a guardarci negli occhi.

Partecipare alla costruzione del Programma.

La partecipazione del bambino alla costruzione di un piano di lavoro ha lo scopo di favorire la prevedibilità di tempi e azioni. L’attesa di un’attività piacevole aumenta il livello di motivazione e la collaborazione.

Il lavoro educativo è orientato a:

– favorire il benessere del bambino nella scuola

– fornire consulenza al personale docente: offrire strumenti di comprensione agli

insegnanti e consentire strategie educative più adeguate

– facilitare l’orientamento del bambino autistico all’interno della struttura e la

comprensione delle consegne scolastiche

– adattare i programmi e le attività strutturando lo spazio e il tempo, se necessario

– consentire l’uso del comunicazione “specifica” nella classe facendo partecipi compagni ed insegnanti

– organizzare momenti di gioco individuale e di gruppo nella scuola materna ed elementare (gioco simbolico, racconto di fiabe)

Azioni di cooperazione educativa:

• Intervento educativo in famiglia (se necessario)

• Azioni di autonomia: preparasi la cartella, organizzare il tempo libero…

• Organizzazione di spazi di lavoro al tavolo ( attività scolastiche: comprensione e organizzazione delle proposte)

• Progetti finalizzati alla gestione di specifici problemi di comportamento: difficoltà di contenimento al supermercato, difficoltà ad adattarsi al cambiamento di un percorso stradale

• Parent training e gruppi di discussione per genitori

• Territorio: Corsi di formazione per i volontari a sostegno della famiglia

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                                                                        LABORATORIO DELLE FIABE

(cognitivo-espressivo)

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Fin dai tempi più remoti gli esseri umani si sono ispirati ai miti, alle leggende e alle fiabe, per trovare delle spiegazioni riguardanti la natura umana e i misteri dell’esistenza.

La fiaba affonda le sue radici nelle società primitive.  Ogni paese e ogni cultura ha la propria tradizione di fate, maghi, streghe. Di esseri positivi e malvagi dotati di poteri magici e soprannaturali che gestiti bene, possono produrre delle meraviglie. Per un certo periodo, le fiabe si nutrono di storie trasmesse oralmente.

Circa quattromila anni fa le fiabe fecero la loro prima apparizione scritta in Babilonia, su tavolette d’argilla. Si trattava di brevissimi racconti che narravano antichi miti, rituali religiosi relativi ai cambiamenti delle stagioni, al sole, alla luna e che iniziavano con la formula “C’era una volta…”

La storia della fiaba è complessa e richiama sempre a celebrazioni sacre, al rinnovamento della vita e al ristabilirsi dell’ordine che sempre prevale sul male.

La psicologia del profondo, attraverso le ricerche di Freud, Jung, Klein, Bettelheim, Steiner e gli studi compiuti dalle scienze sulla mitologia. Sulle religioni, sulla letteratura, e sul folclore hanno potuto riscontrare e affermare come le fiabe ci parlino della trasformazione della personalità e dell’ampliamento della coscienza. Con un linguaggio ricco di simboli, analogie, archetipi, metafore, parabole.

La fiaba è un intermediario che, introducendoci nel mondo simbolico, ci fa percorrere i paesaggi interiori lungo la strada della trasformazione, mostrandoci i conflitti che bloccano il fiume della vita e gli strumenti per superarli.

La fiaba è uno strumento induttore e catalizzatore di cambiamenti, di espansione e di trasformazione.

Attraverso le situazioni offerte dalla fiaba, il pedagogista clinico e lo psicologo possono favorire l’attivazione dell’energia archetipa e porla al servizio dell’evoluzione della personalità. Portando in superficie modelli adeguati alla Persona e alle sue potenzialità.

OBIETTIVI:

  1. Esplorare il mondo fantastico delle persone che si esprimono e si rapportano con gli altri attraverso l’immaginario e l’inventiva.
  1. La fiaba si presta a diventare metafora di una parte di sé.

Attraverso la simbolizzazione e l’espressione metaforica caratteristica della fiaba si cerca di concretizzare ed esplicitare i contenuti che ci permettono di conoscere meglio le problematiche della persona. La sua tipologia relazionale e le modalità attraverso cui le persone cercano e trovano le soluzioni(problem solving ).

Attraverso il mondo e il linguaggio delle fiabe si possono attivare dei processi proiettivi che permettono il superamento delle resistenze, di fatti tramite l’identificazione con il personaggio principale. La persona si “maschera”dietro di esso ed è quindi più facile che cedano le resistenze dal momento che non si espone in maniera diretta.

METODOLOGIA:

  1. In un primo momento si cerca di conoscere insieme quali sono le aspettative e le motivazioni che hanno spinto ogni persona a partecipare a questo tipo di incontro. Al termine il conduttore propone e legge una fiaba.
  1. Successivamente il conduttore chiede ai presenti di portare le proprie riflessioni sulla fiaba al gruppo.
  1. Concluso il compito assegnato al gruppo, il conduttore stimola un confronto tramite delle domande incrociate; ciò ha lo scopo di far emergere somiglianze e differenze fra i membri del gruppo e rendere più espliciti i contenuti simbolici finora espressi, soprattutto per ciò che attiene alla sfera affettiva coinvolta nella fiaba.

          TEMPI E COSTI:

Per l’elaborazione della fiaba il tempo richiesto è di circa 1  mese, con un incontro a settimana di almeno 2 ore.

I costi sono da definirsi in base ai progetti e ai soggetti a cui si  rivolge.

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LA MEMORIA DEL CORPO: DECIFRARE I MESSAGGI

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Il corpo è un eccezionale rivelatore del nostro vissuto interiore.

E’ vivo e ci parla.

Sappiamo leggere i suoi messaggi?

Le nostre esperienze, sia piacevoli che non, si imprimono nel corpo e ci parlano sotto forma di sensazioni.

Possiamo imparare a dare loro voce

Il percorso si avvale di:

  • semplici esercizi corporei
  • contatto con la natura e con l’ambiente
  • analisi scritta delle sensazioni reperite

e si prefigge:

  • l’attenzione ai messaggi del corpo
  • lettura del loro contenuto psicologico
  • una sempre migliore presenza a se stessi
  • progredire nel metodo di analisi delle sensazioni

Il Progetto è rivolto agli studenti della scuola secondaria

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              PROGETTO DI FORMAZIONE IN  MUSICOPEDAGOGIA

  “LA CLASSE  IN… MUSICA”

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INTRODUZIONE

La Musicopedagogia è una disciplina che si occupa dello studio e della ricerca del rapporto fra suono e persona.

La Musicopedagogia è una modalità di approccio sensoriale-percettivo che utilizza l’elemento sonoro, ritmico, spazio-temporale e vibratorio per creare benessere emotivo, sviluppare una migliore stabilità e flessibilità fisica e psichica, aprire canali di comunicazione, attivare processi di socializzazione, potenziare le capacità cognitivo-immaginative.

A CHI SI RIVOLGE

La Musicopedagogia si rivolge a bambini dai 2 ai 5 anni, a bambini dai 6 agli 11 anni, agli studenti delle scuole secondarie inferiori ed agli studenti delle scuole secondarie superiori.

La Musicopedagogia può essere usata anche nei gruppi per adulti, formati da insegnanti e genitori, allo scopo di poter aiutare sia i bambini che gli stessi adulti.

OBIETTIVO PRINCIPALE

Offrire a tutti un metodo nuovo per accedere al benessere corporeo.

IL SETTING

In Musicopedagogia il setting può essere individuale e di gruppo. In questa fase di presentazione sarà di gruppo.

Servirà un ampio spazio con stereo dotato di lettore cd. Saranno necessari dei materassini o dei teli per consentire ai soggetti coinvolti di sedersi o distendersi.

Durante questo percorso non ci sarà l’utilizzo diretto degli strumenti che fa parte di fasi successive ma, saranno usate delle musiche pre-registrate.

Si utilizzeranno esercizi-gioco e attività che facciano sentire sempre il soggetto a proprio agio e perciò libero di esprimersi.

ORGANIZZAZIONE

E’ prevista una presentazione strutturata in due lezioni. La prima lezione verterà su una breve rassegna degli studi realizzati sugli effetti emotivi, cognitivi e psico-fisiologici della musica sull’uomo.

Si entrerà nel vivo della disciplina con l’ascolto di un brano di Accoglienza, seguito da un momento di Decompressione e si svilupperà un percorso Nutritivo/Stimolante.

La seconda lezione si ricollegherà al percorso Nutritivo/Stimolante per affrontare un percorso parallelo di tipo Immaginativo/Creativo e si concluderà con un momento di Riattivazione.

TEMPI

Almeno 6 incontri.

Si precisa che i tempi sono formulati solo a titolo di proposta e che la loro definizione ultima, sarà frutto di accordo con i partecipanti oltre che, con la disponibilità degli spazi.

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AREA ALIMENTAZIONE E „SANI STILI DI VITA“

 Proposte per far conoscere l‘alimentazione e discipline  bionaturali nella scuola

 

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1 -EDUCAZIONE ALIMENTARE NELLE SCUOLE  PER BAMBINI, ADOLESCENTI E PER I LORO GENITORI

Questo progetto è rivolto ai bambini  a partire dal nido, fino alle elementari e può essere esteso con incontri rivolti ai genitori. Per quanto riguarda gli incontri per gli adulti le principali tematiche affrontate saranno le seguenti:

  • A scuola di educazione alimentare;
  • Impariamo a leggere le etichette alimentari;
  • Alimentazione biologica
  • L’ alimentazione nell’adolescente: i “junk food” e l’alcool;
  • Allarme anoressia e bulimia. Impariamo a riconoscerle per prevenire.

Per quanto riguarda la parte dedicata ai bambini c’è la possibilità di inserimento del progetto  nelle attività mattutine/pomeridiane della scuola con la collaborazione degli insegnanti oppure in ambito extrascolastico, in altri ambienti forniti dal Comune (biblioteche, spazi gioco, etc.) e suddivisione del progetto per fasce d’età con progetto/tematiche/attività affrontate diverse.

La finalità generale del progetto è quella di diffondere i principi dell’educazione alimentare e di guidare, soprattutto i genitori, lungo un percorso che li conduca verso l’acquisizione di un atteggiamento più consapevole e responsabile nei confronti dell’alimentazione, vista anche,  la sempre maggiore minaccia di obesità ed altre patologie nei bambini piccoli e negli adolescenti.

Già molti Comuni e Scuole del territorio hanno realizzato questi progetti rivolgendoli sia ad un pubblico adulto che ai più piccoli.

2 – COLLABORAZIONE CON LE SCUOLE PER VARIE ATTIVITA’ DI CONOSCENZA DELLE Discipline Bio Naturali

Tali attività potranno svolgersi direttamente nelle scuole.

Nel doposcuola  dei ragazzi si potrebbe organizzare delle merende sane, abbinando ogni volta discipline diverse:

MERENDA + YOGA

MERENDA+ QI KUNG

MERENDA+ MEDITAZIONI DINAMICHE

MERENDA+ SHIATZU

MERENDA+ REIKI

MERENDA+CAMPANE TIBETANE

MERENDA+ESPRESSIVITA‘ CORPOREA

MERENDA + CROMOTERAPIA

MERENDA + PIANTE AROMATICHE E PER LA SALUTE attraverso i 5 sensi.

Si tratta di pomeriggi con l’operatore della disciplina, la nutrizionista e il naturopata

3 – Cene a tema con genitori e figli per far conoscere un’alimentaizone sana e biologica ed i rischi di un’alimentazione industriale.

Alcuni temi da proporre:

Nutrizione e sindrome metabolica

Il cibo bio:una filosofia

Nutrizione e stress

Nutrizione e menopausa

Cucinare con le spezie e le erbe aromatiche

7 cereali per 7 giorni

Proteine vegetali

Le Serate si svolgeranno insieme alla nutrizionista, alla naturopata accompagnate da piccole note informative e da tisane e tè legati all‘argomento

4 – Serate informative, dopo cena

Di seguito alcuni temi delle serate che potremmo proporre:

Che cos’è la naturopatia?

Chi è il naturapata e cosa fa

E’ possibile stimolare l’autoguarigione?

Come superare ansia e stress con i fiori di Bach

Gli effetti della meditazione

Gli effetti dello Yoga

Gli effetti del Reiki

Gli effetti dei suoni e dei colori

Gli effetti  del Qi Kung

Aspetto economico:

I progetti prevedono un contributo spese da parte dei partecipanti per cene e merende (i costi del Comune sarebbero solo spazi e utenze).

Le serate con gli operatori si propone che siano a contributo libero delle famiglie.

Le lezioni a scuola invece hanno un costo, da valutare insieme agli operatori coinvolti.

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                     L’attività sportiva come strumento della cura del proprio corpo

PROGETTO DI FORMAZIONE ALLA PSICOMOTRICITA’

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PREMESSA

In Italia il termine “psicomotricità” compare nel contesto pedagogico intorno agli anni sessanta per indicare un intervento rivolto alla crescita e all’apprendimento del bambino dalla nascita sino ai 6/8 anni d’età, dunque all’inizio dell’esperienza scolastica.

La psicomotricità appare oggi sempre più diffusa, presente in un numero di istituzioni educative e scolastiche, riabilitative e terapeutiche.

L’attività psicomotoria è una disciplina educativa, rieducativi e terapeutica che considera la globalità della persona ed utilizza il movimento per interagire con essa.

È una modalità di approccio e di attività e mediazione corporea che, tende a facilitare o a ricostituire gli aspetti mancanti, interrotti o compromessi della comunicazione della persona con se stessa, con l’altro e con il mondo circostante.

L’esperienza psicomotoria durante le prime tappe dello sviluppo esprime l’unione inscindibile tra il movimento, il pensiero e la vita affettiva per i quali l’unico luogo possibile è il proprio corpo.

Il corpo diventa la via attraverso cui vengono sollecitate ed impartite le informazioni che il soggetto è stimolato a sentire, elaborare e trasformare in idee, esperienze e vissuti.

I movimenti compiuti, le posture, i ritmi adottati, il tono muscolare, raccontano le emozioni, blocchi, frustrazioni, inibizioni.

Nella seduta di psicomotricità ci si propone di stimolare il bambino ad agire e provare piacere nel fare ciò che gli interessa, favorendo uno sviluppo più armonico della persona.

Viene presa in considerazione la globalità dell’essere umano, unione della struttura somatica, affettiva e cognitiva e preferita la modalità tonico-emozionale di essere al mondo, dove nell’espressione di se stessi, il gesto anticipa ed integra il linguaggio.

OBIETTIVI

1)      educare alla spontaneità e al movimento prassico

2)      percepire ed immaginare il proprio corpo

3)      evolvere la motricità grafica (dal pregrafismo alla scrittura):

  1. a) coordinazione e movimento
  2. b) grafismo e tono
  3. c) controllo cinestetico visivo

OBIETTIVI FORMATIVI

1)      creare competenze e abilità nei bambini

2)      affiancare nelle attività i bambini alternando momenti di esercitazioni dimostrative a momenti di riflessione.

METODOLOGIA

Osservazione dei bambini.

Uso di tecniche psicomotorie funzionali successive all’osservazione.

Formazione teorica dei genitori sulla Psicomotricità funzionale

ARTICOLAZIONE DEL PERCORSO

Il percorso si articolerà in 1 incontro con i genitori per la presentazione degli obiettivi, delle tematiche e dei contenuti.

Si proseguirà con un incontro a settimana con i bambini, della durata di 2 ore.

TEMPI

Da definire. Non inferiori a 6 incontri.

DESTINATARI

Genitori e bambini della scuola dell’Infanzia e Primaria

VERIFICA

Gli incontri saranno monitorati con cadenza mensile.

Ci sarà un incontro a fine percorso di valutazione con insegnanti e genitori.

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AREA TEMATICA NUOVI LINGUAGGI  

     CONOSCERSI MEGLIO NELLE RELAZIO

LA VITA E’ RELAZIONE

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Siamo programmati per relazionarci.

Le nostre relazioni quotidiane ci soddisfano?

Possiamo migliorarle?

Il percorso, partendo dalla storia personale di ciascuno di noi, si propone di:

  • chiarire i vari tipi di relazione
  • considerare il proprio vissuto affettivo nelle diverse relazioni e le difficoltà che incontriamo quotidianamente
  • rischiarare e/o consolidare le relazioni affettive

Il percorso è rivolto agli studenti della scuola secondaria

sono previste 6 sessioni di lavoro:

  • le prime quattro dedicate al grafismo e alla conoscenza di se stessi attraverso le proprie relazioni
  • le rimanenti dedicate allo sviluppo delle relazioni interpersonali attraverso lavori di analisi e condivisione

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AREA NUOVI LINGUAGGI

 SVILUPPARE L’EMPATIA

  Per riuscire a creare e mantenere relazioni soddisfacenti

progetto globale

Sentirci sempre sbagliati, inferiori all’altro:

  • “scelgo sempre gli amici / le amiche sbagliate”
  • “non so dire di no, sono troppo disponibile e tutti ne approfittano”
  • “nessuno mi vuole bene”
  • “non c’è niente di bello in me. Perché dovrei piacere?”

Per uscire dal circolo vizioso del giudizio negativo, è necessario ritornare alle radici del nostro essere e imparare a guardarci in modo obiettivo.

Solo così potremo instaurare rapporti veri e pieni.

Il percorso si prefigge di:

  • smettere di agire per soddisfare aspettative e bisogni altrui
  • sviluppare una visione positiva di sé
  • mirare al benessere e non alla perfezione
  • mostrarsi per come si è

Il progetto è rivolto agli studenti della scuola secondaria

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