Tutto è iniziato nella primavera del 2019, uno studio di architetti di San Giovanni Valdarno promuove una serie di eventi nell’ambito del progetto Parteciparco, mirato a rilanciare uno spazio verde nell’immediata periferia: il Parco dei Cento passi, intitolato a Giuseppe Impastato.
Un primo evento aperto al pubblico è “Ribaltiamoci”, che si svolge in estate, e che prevede due fasi, una prima caratterizzata da una serie di incontri indoor, presso la struttura di Geotecnologia, con laboratori che vedono coinvolti direttamente gli abitanti del posto e un successivo evento open proprio all’interno del parco.
Scopo di tutta l’iniziativa, sensibilizzare la popolazione a utilizzare gli spazi verdi in comune, prendendosene cura e utilizzandoli come momento di aggregazione sociale e svago. Lo studio ovviamente si sarebbe occupato della logistica e delle infrastrutture.
A questo evento open partecipa anche Valdarnolistico, che nel frattempo, ha aderito al progetto Parteciparco, insieme ad altre associazioni del territorio. L’iniziativa sembra prendere piede e stimola diverse iniziative spontanee in altre zone del territorio. Inoltre c’è un buon coinvolgimento degli abitanti nella cura, manutenzione e piantumazione del parco.
Tuttavia in autunno la spinta propulsiva diminuisce, per la difficoltà di coinvolgere le associazioni in riunione di rete in posti chiusi e per il naturale flettersi degli stimoli negli abitanti che avevano caratterizzato le iniziative all’aperto.
La tenacia di alcune associazioni, tra cui la nostra e dello studio, crea le condizioni per un contatto finalmente positivo con il Comune di San Giovanni, che nel frattempo ha cambiato Giunta. Il nuovo assessore alle Politiche Sociale e il nuovo Sindaco, esaminato il progetto ne individuano le potenzialità in termini di aggregazione sociale e di monitoraggio delle esigenze pubbliche.
Nasce quindi una collaborazione sinergica che sfocia nell’evento di piazza del gennaio di quest’anno “Festival della Partecipazione”,
Che è, in sostanza, un annuncio e una presentazione al pubblico, di un progetto a medio-lungo termine sulla compartecipazione tra Comune, associazioni e popolazione nella individuazione delle esigenze pubbliche e alla loro possibile soddisfazione.
Il penultimo giorno dell’evento, nel pomeriggio, si svolge l’incontro che interessa da vicino le associazioni, “Open Space Tecnology”, che vede coinvolte tutte le associazioni del territorio e la presenza dell’Assessore di riferimento. In quel contesto si pongono le basi per una collaborazione sinergica in rete tra le associazioni e tra queste e il Comune.
I lavori scaturiti dai tavoli vengono poi riassunti e condivisi in una successiva riunione alla fine di febbraio in Palazzo D’Arnolfo.
Nell’occasione le associazioni vengono premiate dal Sindaco per la partecipazione attiva al progetto e si pongono le basi per il successivo sviluppo dei punti emersi.
Il Comune, nella persona del Sindaco, si dichiara disponibile ad offrire alle Associazioni uno spazio per le riunioni, individuando una sala di proprietà del Comune stesso, dove potere accedere, autonomamente.
Il titolare dello studio di Architettura, che nel frattempo è diventato, con il beneplacito del Comune, l’organizzatore, coordinatore e facilitatore di questi eventi, propone di organizzare una serie di incontri con tavoli di lavoro per sviluppare una alla volta i singoli argomenti emersi all’Open Space, rilevando i punti critici, quelli di forza e valuntando la loro sostenibilità e, in una fase successiva, provare a metterli in atto.
A nostro parere la via intrapresa appare quella giusta. Abbiamo il coinvolgimento del Comune, che dà rilevanza socio-politica al progetto e si è rivelato di grande importanza strategica l’aver incaricato un terzo, super partes, quale organizzatore di rete per le associazioni, che così si sentono tutelate nella loro autonomia e sono più disponibili a mettersi in gioco.
Ricordiamo, qui, per inciso, che Valdarnolistico nel 2013, quando era soltanto un movimento, aveva proposto per primo un percorso di rete tra associazioni che aveva visto l’adesione di numerosissime associazioni e altrettanti operatori, segnale che l’idea era ottima. Percorso che poi naufraga dopo poco meno di un anno, quando, per motivi di opportunità organizzativa, decise di strutturarsi in associazione.
Il Team di Valdarnolistico