Tutta la fatica che stiamo facendo non giudichiamola.
Non sentiamoci inadeguati se uno spunto spirituale che sentiamo sembra non funzionare, se la legge di attrazione non funziona, se quella tecnica non ci da subito i risultati sperati.
Non siamo sbagliati noi e non è sbagliata la tecnica.
Lo spazio tra le due è l’integrazione e per noi anelli di congiunzione tra due modi completamente opposti di vedere le cose, è impegnativo, particolarmente impegnativo.
Esserne consapevoli può aiutarci.
Stiamo cercando cose nuove, provando cose nuove con strumenti vecchi che devono essere trasformati, quelli che ci siamo trovati in eredità sono rudimentali e spesso inadeguati e crediamo di non averne altri perché non li conosciamo bene.
Stiamo convertendo le nostre fabbriche di vita.
E’ vero che le tecniche in sé, che i passaggi proposti e che sentiamo veri, ci risuonano sono facili, semplici e ci danno l’idea di come può essere la vita, di come sarà.
La lentezza, la fatica, la sofferenza andranno estinguendosi…e noi lo sappiamo, non perdiamo la fiducia.
L’impazienza a volte è non è data solo dal voler vedere a tutti i costi i risultati , ma anche dal sapere nel profondo che le cose non dovrebbero essere cosi lente, così difficili, non dovrebbero portare così sofferenza.
E perché noi sudiamo, fatichiamo, soffriamo così tanto? La tecnica non funziona! E pensiamo che tutta questa storia del risveglio, della felicità forse non è così tanto vera e possibile.
Oppure ci viene in mente che non ne siamo capaci, che non ce la faremo mai, magari crediamo e sentiamo che la felicità. Il risvegliarsi siano importanti e vere, ma ci viene il dubbio che valgano per tutti gli altri e non per noi, perché noi siamo un fallimento….
Oscilliamo da un polo all’altro a volte in una confusione spiazzante che ci blocca.
Occorre avere un bel quadro d’insieme per muoversi nella consapevolezza, perché se no a volte rischiamo di soffrire di più e di sentirci ancora più smarriti tra vecchi modi d’essere. Che vediamo e riconosciamo come logori, controproducenti, inadeguati e nuovi orizzonti che non riusciamo sempre a raggiungere, a fare nostri…
E possiamo ritrovarci in un mare di smarrimento, confusione, paura, giudizio e preoccupazione.
Ecco quello che spesso ci sta accadendo.
Abbracciamoci e non giudichiamoci…stiamo facendo una cosa epocale, un passaggio radicale, mai fatto prima così sulla Terra, così a fondo, così diffuso.
Siamo degli iniziatori, abbiamo accettato questo ruolo, chi verrà dopo non la farà tutta questa fatica perchè stiamo aprendo una strada.
Ci vogliamo muovere leggeri per direzioni che ci chiamano e ci risuonano come musiche nel cuore ,ma portando zavorre di vecchie cose, con pesi che ci tengono fermi. Perché non possiamo muoverci bene senza sciogliere e trasmutare quei pesi che serviranno però a darci lo slancio.
A volte siamo in un certo senso inesperti, impacciati a fare cose che però nello stesso tempo sentiamo essere naturali, fluide e familiari e qui che a volte andiamo in crisi, giudicandoci per questo non riuscire, per questo faticare.
Trasmutare e vedere la luce…stiamo indicando la via. Non scoraggiamoci per le fatiche, le ricadute, le difficoltà, non scoraggiamoci se non capiamo, se a volte ci sembra tutto più grande di noi, se soffriamo.
Stiamo reimparando, ricordando, ripulendo ciò che si è accumulato qui sulla Terra (anche materialmente se guardiamo alla situazione ambientale) stiamo facendo un’opera grandissima.
Niente giudizio per chi non la fa, per chi ancora non vede perché il compito lo abbiamo scelto e quando siamo allo stremo delle forze e iniziamo a giudicare è perché le nostre energie sono da ricaricare, il nostro cuore da alleggerire, perché siamo convinti di non farcela.
E’ come se cercassimo negli altri un aiuto, un sostegno perché temiamo di non farcela da soli e ci scoraggia vedere gli altri che non se ne interessano…
Questo deriva dalla paura…ci sentiamo impotenti e ciò avviene perché non siamo in pace con quella parte dentro di noi che il potere ce l’ha!
E’normale in questo tempo tutta questa fatica, anche se non è inevitabile, ma non ci sarà più nel futuro.
Molte cose valgono solo per questo tempo di transizione.
Ma noi ci siamo dentro! Come risollevarsi da queste fatiche?
Come trasmutare quella sofferenza che pur non necessaria, pur terribile, c’è?
Accettando le situazioni e per accettarle a volte abbiamo bisogno di vederle, di comprenderle, di non sentirci colpevoli.
Affidiamoci e fermiamoci quando sentiamo che il caos prevale, restiamo in tutto questo e attendiamo istruzioni, ascoltiamo, scendiamo dal turbinio, non finiamo nella discarica assieme ai rifiuti. Scendiamo dal “camion delle immondizie emotive”, noi “conteniamo rifiuti emotivi” non siamo rifiuti!
Sganciamoci dai pensieri, da ciò che stiamo muovendo e con cui ci siamo identificati.
Accettiamo la nudità e attendiamo…nel qui e ora i passi da fare arriveranno, non affanniamoci anche se è faticoso. Difficile ma non impossibile! Insieme ancora di più!