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Realtà ed empatia. Aggressività sociale

Realtà ed empatia. L’ aggressività  sociale,  come ad esempio la violenza  domestica, è stata associata a una ridotta capacità di assumere il punto di vista, e quindi la prospettiva esperienziale, di un’al­tra persona. In altre parole una mancanza di empatia.

Di recente un gruppo di ricercatori, guidati da Aline W. de Borst, si sono chiesti se l’esperienza virtuale di un episodio di violenza nel ruolo della vittima potesse raggiungere le giuste aree del cervello e stimolare un cambiamento. read more

Pianto rituale purificante

L’argomento del pianto è un aspetto controverso, a volte frainteso o di difficile approccio, comprensibilmente, soprattutto in alcuni momenti o situazioni più faticose.
Comprenderlo e comprendere le emozioni del bambino e nostre aiuta sicuramente a viverlo più serenamente. Negli incontri e webinar che tengo periodicamente gli è dedicata una serata apposita per vederlo nelle sue varie sfaccettature.
In questo post voglio evidenziare la sua funzione purificante, una sorta di benedizione e pulizia interiore, meccanismo di liberazione e trasformazione, soprattutto quello che sembra scaturire per futili motivi.
La prima reazione è quella di guardare al futile motivo e analizzarlo razionalmente e pensare “Come si fa a piangere per questa cosa?”. In realtà quella cosa è solo l’indice del fatto che il bambino ha raggiunto il pieno; sarà capitato anche a noi dopo giornate stressanti e piene di contrattempi disperarsi e pensare di non potercela fare più quando, ad esempio, rovesciamo qualcosa e ci sentiamo prendere da quella sensazione di enorme sconforto che ci fa proprio venire da piangere…e sarebbe davvero un bene se ci riuscissimo…Ecco quello è il pretesto, l’ultimo anello di una serie di fatiche, frustrazioni e stress che il bambino ha dentro in quel momento. Per questo quel pianto va benedetto e accolto perché attraverso di esso la persona si libera dei pesi che sente e li trasforma in positivo, in sollievo, in nuova forza.Nei bambini è più frequente perché hanno le difese e i meccanismi di benessere più vivi e sono più in contatto con l’espressione di ciò che sentono.In questo caso va fermata la nostra parte razionale che vorrebbe capire, risolvere, consolare o che si sente in colpa per quel pianto…quel pianto andrebbe lasciato fluire, sintonizzandoci con il fatto che il nostro bambino sta vivendo una difficoltà e empaticamente la accogliamo con l’ascolto. Ascoltando e restando accanto al bambino, anche abbracciandolo o prendendolo in braccio se lui lo desidera, potremmo aiutarlo ad elaborare e trasformare quelle difficoltà; è un grande regalo che possiamo fargli e fare a noi, essere testimoni di questa alchimia!Mettendo da parte il capire, lo spiegare e i sensi di colpa, il cuore si apre, ci spostiamo nel piano del sentire e accogliamo questa energia che da disturbante diventa benedetta…Poi le risposte ai perché serviranno meno e affioreranno spontaneamente senza scervellarci troppo. Se non riusciamo a fare questo quel pianto rischia di infastidirci.Il pianto liberatorio porta tanta energia, forza e vita… read more