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Teoria unificata. Nel 1981 lo scienziato e saggista britannico Rupert Sheldrake pubblicò  il  suo rivoluzionario e controverso libro, A New Science of Life: The Hypothesis of Formative Causation (NON tradotto in italia­ no), in cui propose l’ipotesi che all’interno  di ogni specie, ogni membro attinga a una memoria collettiva, sintonizzandosi con i membri pass a­ ti, e che a sua volta vi contribuisca, attraverso la cosiddetta “risonanza morfica”.

Ecco una sua bella intervista dell’anno scorso apparsa sulla rivista SuperCon­sciousness:

SC: Per favore, spiega la nsonanza morfica ai nostri lettori.

La risonanza morfica è il modo in cui le cose si intonano l’ una ali’altra. Funziona sulla base della simiglianza, lo stesso principio della risonanza ordinaria.

Ad esempio, se tieni premuto il pedale di un pianofor­te e canti “ooh” nelle corde del piano, quando smetti di cantare, il piano ti restituirà quell”‘ooh”.

E se stavi can tando, supponiamo; un “MI”,  le corde vibreranno con quella stessa nota. Questa è la risonanza.

Teoria unificata. Molte tecnologie moderne, come la radio e la televisione, utilizzano la risonanza.

Ad esempio, la radio funziona perché ci sintonizziamo sulla frequenza specifica di una particolare stazione radio, diciamo 99.8 sul nostro ricevitore FM.

E tu hai esteso il concetto alla scienza biologica dello sviluppo di piante e animali.

Sì. Ad esempio, una pianta di crisantemo, mentre si sviluppa, si sintonizza sui crisantemi passati, mentre una giraffa si sinto­nizza sulle giraffe passate.

Il DNA, o materiale genetico, consen­te a ogni forma vivente di produrre le proteine giuste che fanno parte del suo specifico sistema di sintonizza­zione, proprio come ogni stazione radio o televisiva trasmette nella sua frequenza specifica.

Teoria unificata. Affinché questi dispositivi elettronici siano efficaci, richiedono sia i componenti elettro­nici giusti, sia la regolazione specifica tra loro. Questa risonanza vale anche per l’ereditarietà della forma e l’istinto negli animali.

Teoria unificata

SC: Se le piante e gli animali si svilup­ pano in base a un sottostante sistema ambientale invisibile e interconnesso di informazioni e frequenze, significa che la loro crescita non si basa solo su informazioni genetiche.

Esatto. La visione con­ venzionale cerca di stipare tutte le informazioni ereditate nei geni, ma il DNA è decisamente sopravvalutato . E i geni non fanno la maggior parte delle cose a loro attribuite . Quello che fanno di sicuro, è codificare la struttura delle molecole proteiche.

SC: Come un campo vivente di informazioni?

È una specie di memoria collettiva. Ogni membro di una specie attinge alla memoria collettiva di quella specie e, a sua volta, contribuisce a essa.

Si potrebbe dire che è come una coscienza collettiva, ma in realtà è più simile all’inconscio collettivo.

Vi siamo sempre sintonizzati e vi contribuiamo continuamente, un po’ come l’idea dell’inconscio collettivo avanzata dallo psicologo C.G. Jung.

Quello che intendo è, ad esempio : qualcuno impara una nuova abilità, diciamo il windsurf.

Da quel momento in poi, più persone lo impareranno, più diventerà facile imparare per tutti gli altri, a causa della risonanza morfica.

E se insegni a dei ratti un nuovo trucco, diciamo a Los Angeles, i ratti di tutto il mondo saranno in grado di impararlo più rapidamente, perché il primo gruppo lo ha già imparato.

È questo che fa la risonanza morfica. È un genere di interconnessione tra organismi simili attraverso lo spazio e il tempo.

Funziona dal passato e, come una sorta di memoria collettiva, connette tutti i membri di una specie.

Teoria unificata. SC: Negli ultimi trent’anni hai ricevu­to una certa resistenza da parte della comunità scientifica nel suo comples­so. Cosa succederebbe se le tue idee sulla risonanza morfica fossero pie­namente accettate dal pubblico scien­tifico e generale?

Innanzitutto, a livello scientifico, la ragione principale della resistenza è che la maggior parte degli scienziati è ancora bloccata nel para­digma materialista, la dottrina secon­do cui l’unica realtà è la materia.

Le mie osservazioni indicano che nella natura c’è più della materia. All’inter­no dei sistemi materiali ci sono anche dei campi risonanti.

E le cosiddette leggi della natura non sono fisse, sono più come delle abitudini.

Queste idee richiederebbero un enor­ me ribaltamento del pensiero all’in­terno della scienza.

Probabilmente non influenzerebbero così tanto la maggior parte delle persone, che di solito non passa molto tempo a pen­ sare alle leggi della natura.

Ma sareb­be un grande cambiamento rispetto alle basi della scienza ed è per questo che è così controverso.

Teoria unificata. SC: Se si verificasse questo ribalta­ mento della percezione, non influi­ rebbe sul campo morfico della maggior parte delle persone, oltre che degli scienziati?

Oh sì. Influenzerebbe tutta la nostra cultura e il modo in cui pensiamo alla natura .

Cominceremmo a pensare alla natura come viva e organica, piuttosto che meccanica.

L’attuale visione scientifica della natura si basa sulla percezione che la natura è una macchina che agisce meccanicamente, mentre io sostengo che la natura è un organismo vivo e possiede una specie di memoria.

SC: Quando la scienza si evolverà al punto da accettare l’esistenza del campo morfico, diventerà più facile  per la scienza integrare una compren­sione più completa della materia bio­logica come energia e del fatto che le fluttuazioni  nell’energia  influenzano la materialità della vita?

Quello che ora comprendiamo nella scienza è che l’a ttività in natura dipende dall’energia , ma l’e­nergia può assumere qualsiasi forma.

È un po’ come ciò che gli hindu chia­mano shakti; è una specie di spinta indifferenziata che fa accadere le cose.

La stessa energia può alimenta­re un computer, una TV, un asciuga­ capelli o un tostapane elettrico. Non ha una forma propria.

Io sostengo che la forma che l’energia assume sia determinata dai campi, interconnessa ai campi e organizzata dai campi.

Ad esempio, nella fisica moderna sappiamo che i campi quantici organizzano le particelle quanti­che.

Sappiamo anche che esistono campi gravitazionali e campi elettro­ magnetici. Oltre a questi campi, esistono anche i campi morfici, campi che organizzano la forma e il comporta­mento di animali e piante.

Teoria unificata. SC: Quindi i campi morfici sono sepa­rati dagli altri campi

Sì, è un campo separato. Così come il campo gravitazionale è separato dal campo elettromagnetico , nel senso che fa cose diverse.

E i campi quantistici sono diversi dai campi gra­vitazionali ed elettromagnetici.

Abbia­mo identificato già parecchi campi in fisica e una delle più grandi sfide dai tempi di Einstein è quella di trovare una teoria dei campi unificata che mostri come sono tutti collegati tra loro.

Tuttavia, la fisica si occupa prin­cipalmente di elettroni, stelle e galassie e non c’è molta attenzione ai campi che governano organismi viventi, piante, ecosistemi, ecc.

SC: È forse perché la scienza pensa di aver già compreso i processi biologici?

Sì, pensano di sì, ma il punto è che non è vero. I biologi pensano di poter ridurre i processi viventi alla fisica.

I fisici, d’altra parte, non pretendono di capire la mente umana, ad esempio.

Anche all’interno della biologia nessuno capisce come funziona la mente.

E la coscienza continua a essere uno dei maggiori problemi irrisolti nella scien­za.

Non è che esista una teoria della coscienza perfettamente valida che non è ancora stata accettata. Il fatto è che non esiste una teoria valida all’interno della fisica.

Io sto proponendo l’idea che la mente sia un sistema di campi. I campi sono nel cervello, ma si estendono oltre il cervello.

Pproprio come il campo di un magnete si trova all’interno del ma­gnete e si estende attorno a esso.

E il campo di un telefono cellulare è all’interno del cellulare, ma si estende ben oltre i suoi circuiti, invisibilmente.

Suggerisco che la mente sia total­mente distaccata dalla materia, dal tempo e dallo spazio.

Teoria unificata. SC: E vedi anche la mente come un campo

Sì, è un campo. Le nostre menti si estendono nello spazio e ci collegano con l’ambiente che ci circonda.

Un aspetto importante è che siamo interconnessi con gli altri membri dei gruppi sociali.

Anche i gruppi sociali hanno campi morfici, ad esempio uno stormo di uccelli, un banco di pesci o una colonia di formiche.

Teoria unificata

Gli individui all’interno dei gruppi sociali più grandi e gli stessi gruppi sociali più grandi hanno i loro campi morfici, i propri schemi organizzativi.

Lo stesso vale per gli umani. Le persone formano ogni genere di gruppi sociali all’interno della società moderna, come ad esempio una squa­ dra di calcio.

Ogni giocatore della squadra lavora come parte di un insieme più grande – la squadra – e la squadra lavora insieme per segnare gol.

Le connessioni tra i membri dei gruppi sociali li collegano attraverso il campo morfico.

Sono interconnessi attraverso questo campo e il campo è un’interconnessione invisibile che li unisce. Continua a farlo anche quan­ do sono lontani.

La prossima volta che sei lontano da qualcuno che conosci bene, pensalo e forma l’intenzione di telefonargli.

Magari coglierà quel pensiero e pen­serà a te. Poi all’improvviso il telefo­ no squillerà e sarà proprio quella per­sona. Io la definisco “telepatia telefo­nica” ed è molto comune nel mondo moderno. È solo uno dei modi in cui siamo tutti interconnessi.

Per maggiori in formazioni: www.sheldrake .org; Info tratte da: wikipedia www.su perconsciousness. com

Articolo tratto dalla rivista Oshotime n. 270; luglio agosto 2021

Post Author: Giuseppe Crispo

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