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L’ idea del lavoro come fondamento della società e anche dell’integrità umana di un individuo potrebbe avere raggiunto il capolinea.

La Finlandia ha recentemente pubbli­ cato i risultati preliminari del suo espe­ rimento Universal Basic Income, “red­ dito base universale”, che sorprenden­ temente sfida il sentire comune.

Il governo finlandese ha dato a 2.000 disoccupati un assegno di 560 euro al mese. Ma non era un atto di pura generosità: il governo voleva vedere se la distribuzione di assegni mensili anche nel caso trovassero un lavoro, avrebbe cambiato la percentuale di disoccupati che effettivamente cerca e trova un’occupazione.

L’idea è questa: normalmente se un disoccupato trova lavoro, perde il sussidio e questo si ritiene che sia un incentivo a rimanere disoccupato.

Quindi, se il sussidio è erogato anche se il disoccupato trova lavoro, questo dovrebbe cambiare l’equazione: in realtà no. I partecipanti all’esperi­ mento hanno trovato lavoro nella stessa percentuale rispetto agli altri disoccupati.

Quindi regalare soldi alle persone non sembra incoraggiarle a rimanere disoccupate. Forse le persone non sono disoccupate perché sono pigre, immotivate o perché vogliono appro­ fittare del sussidio.

Ci sono molte ragioni. Forse sono disoccupate perché non ci sono abbastanza posti di lavoro. Il McKinsey Global lnsti­ tute ha rilevato che l’automazione potrebbe eliminare fino a 800 milio­ ni di posti di lavoro in tutto il mondo entro il 2030.

Mentre i robot continuano ad acca­parrarsi il lavoro, la produttività aumenta, ma i posti di lavoro scompaiono, indipendentemente da quanto chi cerca lavoro riesca ad avere un bel curriculum.

Ma questo non deve per forza essere una cosa brutta: tutto sta a come rispondiamo. Le società dovrebbero cominciare a cambiare parametri in un mondo che non richiede più tanto lavoro umano e i relativi stipendi. E qui entra in gioco il reddito base universale…

Lo studio ha tra l’altro rilevato che i partecipanti che percepivano un reddi­ to base universale erano più felici, più sani, meno stressati… E han contribui­ to alla società non meno degli altri.

Mantenere le persone a lavorare tutto il giorno non è un bene cosmico, è solo una tradizione iniziata poche centi­naia di anni fa e che potrebbe essere finita.

Con l’aumentare dell’automa­zione, potremmo aver bisogno di lavorare un po’ meno e condividere un po’ di più. Non è una catastrofe. Dobbiamo solo abituarci a cambiare prospettiva: non è il lavoro in sé che garantisce la qualità della vita, ma è la qualità che NOI portiamo alla vita a fare la differenza.

Informazioni prese da un articolo di Ilana Strauss, Treehugger.com

Presto tutto il mondo sarà domina­ to dall’automazione meccanica
Avrete più tempo e non saprete cosa farne e per
la prima volta nella storia l’uomo avrà realizzato l’utopia che ha
sempre desiderato. E non saprà cosa farne! Avete più tempo di qualsiasi altra epoca e non siete esausti a causa
del lavoro.

Siete esausti perché avete perso il contatto interiore, perché non sapete come andare in profondità in voi stessi e rivitaliz­zarvi.
Avete perso la capacità di dormire, che era il
modo naturale di andare dentro. E al mattino si era freschi,
ricaricati, rivitalizzati.

Ma ora avete perso la capacità di dormire e l’avete persa a causa della rivoluzione meccanica, perché ora i vostri corpi non sono costretti a lavorare .
Le macchine hanno sostituito il lavoro pesante e siete meno esausti, ricordatelo

E non riuscite a dormire e persino la sorgente naturale di rivitalizzazione
interna si è persa. Cosa è successo?

L’uomo ha bisogno di contatto continuo con la sorgente interiore. Siete
esausti, quindi la meditazio­ne è la medicina adatta a voi.

E non dite che non avete tempo.
Ne avete molto, molto di più di quello che riuscite a usare.

OSHO

da: Osho, The Ultimate Alchemy, Voi. 2 #8


Articolo tratto dal n. 258 di Oshotime maggio 2019

Post Author: Giuseppe Crispo

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